di Mancinella Antonio, psicologo psicoterapeuta
Tratto dall’intervento al convegno tenutosi il 22 e 23 febbraio 2013 su “L’aiuto efficace: cosa funziona con bambini e adolescenti. Processi, strategie e contesti del cambiamento in età evolutiva”, organizzato da ASPIC per la SCUOLA e promosso da ASPIC ARSA Associazione Ricerca Scientifica Applicata, e da UpASPIC – Università del Counseling e patrocinato dalla Provincia e dal Comune di Roma. Pubblicato sulla rivista “Integrazione nella psicoterapia e nel Counseling” n. 4 del 2014
La motivazione alla realizzazione del progetto, promosso dalla Coop Soc. di Solidarietà ASPIC, è partita da una visione condivisa del fenomeno della dispersione scolastica come fenomeno complesso, che abbraccia tutte le tematiche di ordine sociale, culturale, economico e che si oggettivizza nel contesto educativo e scolastico, provocando abbandoni nel completamento del processo formativo.
Il primo passo fondamentale è stato dunque individuare, insieme agli attori principali (insegnanti, rappresentanti di classe genitori e studenti, persone significative del sistema scolastico) all’interno del proprio contesto territoriale e scolastico, le situazioni di svantaggio favorenti tale dispersione.
Situazioni interne al sistema scolastico: classi rigide, organizzazione didattica poco flessibile, rapporti poco collaborativi tra scuola e famiglia, scarsa capacità di mobilitazione dell’insegnante rispetto al problema dispersione scolastica, mancanza di interventi formativi specifici per l’insegnante, tendenza a uno stile d’insegnamento di tipo nozionistico, mancanza di collegialità tra i docenti, necessità di percorsi didattici rispettosi degli interessi e degli stimoli spontanei dei ragazzi, mancanza di centralità dello studente.
Situazioni esterne al sistema scolastico: per quanto riguarda la famiglia vi sono carenze affettive e isolamento familiare, atteggiamenti educativi inadeguati come svalutazione del ragazzo e incoerenza, povertà di relazioni offerte e bassa qualità nel realizzare il ruolo genitoriale di mediatore tra il ragazzo e il mondo esterno. Per quanto riguarda il contesto sociale vi sono scarsa disponibilità di infrastrutture, scarsa disponibilità di offerte formative, culturali e ricreative e soprattutto una cultura centrata su indifferenza, precarietà, rischio e sfida, consumo, violenza, tendente a ogni forma di dipendenza; per quanto riguarda i ragazzi emerge una tendenza all’autoemarginazione e alla demotivazione, a percepire se stessi come inadeguati. Inoltre vi è inibizione affettiva, scarsa gestione e consapevolezza emotiva, bassa tolleranza alla frustrazione, senso di impotenza appreso, apatia, scarso livello di conoscenza.
Obiettivi e finalità
- Potenziare le competenze comunicative tra le diverse componenti scolastiche: insegnanti, genitori, studenti, non docenti, referenti e servizi esterni.
- Facilitare l’arricchimento delle strategie di sviluppo dell’empowerment personale e di gruppo.
- Agevolare il docente nella creazione di strategie di comprensione e di risoluzione di quelle ‘situazioni difficili’ che ostacolano o rallentano l’andamento del gruppo classe.
- Migliorare il clima scolastico attraverso iniziative, interventi che facilitino la libera espressione di sé e un ascolto efficace.
- Raggiungere spazi di vita più idonei all’interno della Scuola.
- Conoscere e sviluppare le proprie potenzialità.
- Acquisire un senso di responsabilità per sé e per gli altri.
- Creare uno spirito di collaborazione e solidarietà nel gruppo classe.
- Acquisire nuove modalità relazionali.
L’intervento si propone, come fine generale, la diminuzione del fenomeno della dispersione scolastica, attraverso lo sviluppo della consapevolezza, da parte dello studente, che la scuola è un percorso di crescita necessaria per la sua crescita psico-sociale.
Localizzazione dell’intervento
- all’interno della Scuola,
- all’interno delle classi a ‘rischio’ in cui la problematica è più emergente.
Destinatari dell’intervento
- primari,
- gruppi di adolescenti della I e II classe della scuola media superiore,
- secondari,
- personale coinvolto nell’azione educativa (docenti e non docenti), rappresentanti genitori, famiglie.
Durata: un anno scolastico
Metodologia dell’intervento
La metodologia attuata si propone di lavorare insieme ai giovani, dosando l’intervento al momento, al singolo e al gruppo appartenente al contesto scolastico. Tale metodologia permette un’attenta analisi dei bisogni compiuta da chi, con le sue modalità la richiede: gli adolescenti. La realtà scolastico-territoriale viene adottata come piano di lavoro, operando ‘con’ e non solo ‘per’ le persone, promovendo così la partecipazione attiva e il coinvolgimento emotivo-cognitivo e relazionale dell’adolescente e dei suoi educatori in un’ottica sempre più integrata. Essa è di tipo essenzialmente esperienziale – tecniche di attivazione, giochi sulla comunicazione, utilizzo della comunicazione non verbale, circle time, role playing, tecniche sulle dinamiche di gruppo – al fine di far confrontare gli studenti su qualcosa non solo di ascoltato, ma anche di sperimentato.
Azione
L’azione è stata costituita da un modello di intervento in gran parte di gruppo con interventi individualizzati di supporto. E’ stata svolta in due fasi di Ricerca e di Azione, con particolare coinvolgimento dei giovani in entrambi le fasi.
I Fase — La Ricerca si è sviluppata attraverso:
1) Percezione iniziale delle problematiche giovanili nella Scuola Durata: 1 incontro di 2 ore
Si sono individuati i bisogni primari e le problematiche dei giovani a ‘rischio’ di dispersione. Si è formulata un’ipotesi di lavoro di base condivisa.
2) Costituzione di un gruppo di lavoro volontario Durata: 1 incontro di 2 ore
Si sono individuati, per ogni classe partecipante, i ragazzi motivati a condurre il lavoro d’analisi e i loro rappresentanti delle varie componenti del sistema scuola (docenti e non docenti, genitori) che hanno voluto aderire all’intervento di ricerca, avendo competenza e capacità di influenza all’interno del sistema scuola.
3) Formazione del gruppo di lavoro Durata: 2 incontri di 2 ore
Si sono definiti all’interno del gruppo di lavoro gli scopi dell’intervento; inoltre sono state incrementate le competenze, la motivazione e la coesione interna. Si sono formulate le ipotesi di lavoro attorno alle problematiche individuate e portato a conoscenza gli strumenti di indagine (i questionari, le storie di vita, l’osservazione); si è preparato il gruppo alla raccolta dati.
4) Raccolta dati, Analisi e Stesura del rapporto Durata: 25 ore d’intervento
Il gruppo di lavoro si è impegnato nella raccolta dati. Il consulente ha effettuato l’analisi dei dati elaborandone le informazioni. Il rapporto derivato dall’elaborazione è stato condiviso con il gruppo di lavoro.
II Fase — L’Intervento è stato costituito da:
1) Ipotesi e Pianificazione dell’intervento Durata: 2 incontri da 2 ore
Le conoscenze acquisite nella ricerca sono discusse all’interno di gruppi focus relativi alla singola problematica individuata. In collaborazione con il consulente-gruppi focus sono stati pianificati per ciascuna problematica i percorsi formativi per gli adolescenti.
Si sono individuati, a seconda del gruppo classe, i seguenti percorsi formativi:
Il Saper Apprendere, Amore e Sessualità, I Rischi delle dipendenze, La Promozione della
Salute Mentale, Il Bullismo, La Comunicazione Affettiva, L’autostima, Il Saper Orientarsi.
2) Organizzazione e Realizzazione dei percorsi formativi
Tali percorsi formativi sono stati condotti da un consulente esperto attraverso:
Gruppi di informazione/discussione: il consulente ha fornito informazioni, ascolto, supporto e cercato di rinforzare le sicurezze, le capacità e le competenze dello studente.
Gruppi esperienziali o d’incontro: il consulente, creando un clima psicologico di sicurezza, ha permesso ai singoli componenti la libera espressione della propria esperienza, favorendo in tal modo uno sviluppo emotivo nello studente.
Gruppi di Auto-Aiuto: il consulente ha guidato e, attraverso la creazione di piccoli gruppi autogestiti sulla problematica e, individuando i membri più ‘esperti’, ha fatto fare esperienza di conduzione del gruppo, permettendo così una possibile continuità nel tempo di simili percorsi formativi, dove il consulente è invitato solo su richiesta, per approfondire aspetti tematici.
Sono stati creati ed effettuati 10 moduli di 8 ore ciascuno, individuando il percorso formativo individualizzato, per i 10 gruppi classe in formazione.
Orientamento Durata 15 ore
Studenti, genitori, insegnanti hanno usufruito di colloqui individuali che hanno fornito:
- consulenze per eventuali difficoltà emerse durante gli incontri in classe;
- informazione e invio mirato a strutture e iniziative territoriali che offrono servizi di orientamento al lavoro e/o formazione (Cilo, Centri formazione professionale, rete Informagiovani);
- creazione di azioni progettuali da parte dello studente in base a quello che sa fare, conosce, e soprattutto desidera fare;
- supporto ai genitori nella condivisione dell’excursus scolastico dello studente.
Esito progetto
Tenendo presente i requisiti rogersiani sull’efficacia di un intervento, è stato costruito un questionario qualitativo, somministrato ai ragazzi alla fine del percorso. Dall’analisi è emerso che gli incontri sono riusciti a dare un senso diverso alla modalità di stare in classe: hanno aiutato a entrare meglio in relazione, hanno permesso una condivisione delle esperienza personale e sono state comprese meglio le parole e i sentimenti di ciascuno. Gli agevolatori sono riusciti a entrare in contatto con la dimensione di ciascuno facilitando l’espressione di tutti. Inoltre si è verificato un aumento della partecipazione durante gli incontri degli studenti che spesso si assentavano da scuola, un maggior incontro tra insegnanti e genitori e una richiesta specifica di formazione da parte degli insegnanti.
Bibliografia di approfondimento
Francescato D., Tomai M., Mebane M. E. (2004), Psicologia di comunità per la scuola, l’orientamento e la formazione. Esperienze faccia a faccia e on line, Il Mulino, Roma.
Leone L. , Prezza M. (2003), Costruire e valutare i progetti nel sociale. Manuale operativo per chi lavora su progetti in campo sanitario, sociale, educativo e culturale, Franco Angeli, Roma.
Spalletta E., Quaranta C. (2002), Counseling scolastico integrato. Psicologia e clinica dello sviluppo, Sovera, Roma.
Viglietti M. (1989), Orientamento. Una modalità educativa permanente, SEI, Torino.
Rogers C. R. (2000), La terapia centrata-sul-cliente, Psycho, Firenze (Prima edizione americana 1951).